La rete per la terapia del dolore

dal documento ufficiale del Ministero della Salute

 

Il modello organizzativo della rete di cure palliative è quello delle reti cliniche integrate, che prevede la concentrazione della casistica più complessa in un numero ristretto di centri di eccellenza (Hub), preposti ad erogare interventi diagnostici e terapeutici ad alta complessità, supportati da una rete di servizi territoriali (centri Spoke) che operano in regime ambulatoriale.


Con il documento approvato in Conferenza Stato – Regioni il 25 luglio 2012 sono stati definiti in modo univoco e omogeneo su tutto il territorio nazionale i requisiti necessari che identificano un centro di terapia del dolore ospedaliero (hub) e un centro di terapia del dolore territoriale (spoke).

Avendo così identificato nel documento condiviso ed approvato da tutte le Regioni le caratteristiche dei centri facenti parte della rete di terapia del dolore, appare particolarmente impegnativo il percorso per la creazione e l’implementazione delle reti a livello regionale.

Successivamente all’emanazione di un atto formale con il quale ciascuna regione recepirà l’intesa del 25 luglio 2012 sarà necessario identificare i centri Hub e Spoke che saranno attivi sul territorio, tenendo conto delle strutture già esistenti create in attuazione dell’accordo del 2001 relativo al progetto “Ospedale senza dolore”. Infatti, anche in assenza di elementi univoci che stabilissero cosa dovesse essere un centro di terapia del dolore e quali caratteristiche dovesse possedere, dai principi espressi nell’accordo del 2001 sono sorti nel nostro paese centri di eccellenza capaci di fornire risposte assistenziali di qualità. La ricollocazione di tali strutture all’interno delle reti previste dal nuovo progetto assistenziale “Ospedale – territorio senza dolore” permetterà di garantire la continuità assistenziale nel passaggio tra il vecchio e il nuovo progetto.

Che cos'è l'HUB

Il centro hub è un centro di terapia del dolore ospedaliero. Nell'ambito del documento approvato in Conferenza Stato – Regioni il 25 luglio 2012 si individua il centro hub in modo tale che debba rispondere ai requisiti regionali per accreditamento delle strutture necessarie all’erogazione delle procedure ambulatoriali invasive (struttura ambulatoriale ad indirizzo chirurgico), possedere strumenti per la diagnostica del sistema somato-sensoriale e autonomico, garantire una apertura minima h12 nei giorni feriali integrata con sistema di reperibilità h24.

Per rendere possibile l’erogazione delle attività evidenziate nel centro ospedaliero di tipo hub opera una equipe multi professionale di personale dedicato, adeguato all’attività erogata, comprendente almeno due specialisti in anestesia e rianimazione, infermieri e psicologi in numero adeguato ai volumi e alla tipologia organizzativa dell’hub.

 

Che cos'è lo Spoke

Lo Spoke è un centro di terapia del dolore ambulatoriale. Nello stesso modo si definisce un centro spoke di terapia del dolore se risponde ai requisiti di accreditamento regionali per strutture ambulatoriali ad indirizzo chirurgico, con una attività minima pari ad almeno 18 ore di attività settimanali a pazienti esterni garantendo l’erogazione di tutte le prestazioni di terapia del dolore previste in regime ambulatoriale.

La dotazione minima di personale per l’esplicamento delle attività previste è almeno un Anestesista Rianimatore dedicato all’attività di terapia antalgica, supportato da una procedura organizzativa che garantisca la presenza di un infermiere esperto durante lo svolgimento dell’attività invasiva maggiore.

A completamento delle reti è prevista l’attivazione del terzo livello assistenziale attraverso lo sviluppo delle aggregazioni territoriali di MMG sul territorio nazionale e l’attuazione di un programma di formazione dei MMG nell’ambito della terapia del dolore, definendo un modello articolato sulla base della struttura organizzativa della medicina generale in grado di dare la prima risposta diagnostica e terapeutica ai bisogni della persona con dolore, di indirizzare, quando necessario e secondo criteri condivisi di appropriatezza, il paziente allo Spoke/Centro ambulatoriale di Terapia del Dolore o all’Hub/Centro ospedaliero di Terapia del Dolore, e garantendo la continuità della gestione nell’ambito di percorsi definiti nella rete.

 

La legge 38 del 2010 ha stanziato ulteriori risorse per gli anni 2010-2011 per rafforzare l'attività dei Comitati Ospedale senza dolore, istituiti sulla base dell'Accordo del 24 maggio 2001 della Conferenza Stato-Regioni.

L'Accordo sottoscritto nel 2001, con il quale veniva definita la rete assistenziale della terapia del dolore, non ha tuttavia prodotto i risultati attesi.
La creazione di Comitati Ospedale senza dolore in ciascun ospedale, dove sono stati creati ed effettivamente funzionanti, non ha assicurato l'esistenza di una effettiva rete assistenziale, ma di singole strutture scollegate una dall'altra.

Il passaggio dal progetto "Ospedale senza dolore" al nuovo progetto "Ospedale - Territorio senza dolore", così come indicato nell'art. 6 della legge 38/2010, sposta il baricentro dell'assistenza sul territorio, demandando alla struttura ospedaliera la gestione dei casi complessi e coinvolgendo nel processo assistenziale la figura del medico di medicina generale, e introduce il concetto di rete assistenziale anche nel campo della lotta al dolore.

A differenza dell'esperienza maturata nel campo delle cure palliative, nella quale si sono sviluppate spontaneamente nelle regioni modelli di reti assistenziali diverse, in questo caso è pensabile sviluppare un modello assistenziale unico, replicabile su tutto il territorio nazionale, ponendo come riferimento normativo quanto sarà esplicitato nell'intesa prevista dall'art .5, comma 3 della legge 38/2010 in termini di criteri di accreditamento, di requisiti minimi strutturali e organizzativi, di sistema di indicatori quali/quantitativi, di sistema di tariffazione.

Per lo svolgimento del progetto assistenziale l'art. 6 della legge 38 mette a disposizione nel biennio 2010-2011 € 2.450.000, di cui € 1.450.000 per l'anno 2010 e € 1.000.000 per il 2011, suddivisi per ciascuna regione in una quota fissa ed una variabile.

Le risorse assegnate sono utilizzabili su programmi sperimentali relativi alle seguenti linee di sviluppo definite dall'
 
Accordo della Conferenza Stato-Regioni del 28 ottobre 2010:

 

  1. Sviluppo del sistema informativo regionale e aziendale sulla Terapia del Dolore

     
  2. Monitoraggio dello stato di attuazione della rete regionale e aziendale

     
  3. Controllo della qualità delle prestazioni e valutazione dell'appropriatezza dei costi in relazione alle prestazioni erogate

     
  4. Programmi di formazione continua in terapia del dolore

     
  5. Tutela del diritto del cittadino ad accedere alla terapia del dolore

     
  6. Definizione, nell'ambito della rete, dei percorsi di presa in carico e di assistenza per i malati

     
  7. Programmi di formazione rivolti ai medici di medicina generale e ai pediatri dì libera scelta

     
  8. Campagne informative riguardanti la nuova modalità assistenziale rivolta alla presa in carico del paziente con dolore cronico da moderato a severo

     
  9. Programmi di sensibilizzazione di tutti gli operatori sanitari all'uso dei farmaci oppiacei attraverso opportune campagne di informazione circa l'appropriatezza prescrittiva in funzione della patologia clinica dolorosa

     
  10. Programmi di gestione del dolore procedurale pediatrico in ambito ospedaliero.
  11.  


*Riparto delle risorse ai sensi dell'articolo 6 della Legge 38/2010

Risorse destinate ad iniziative, anche di carattere formativo e sperimentale, volte a sviluppare il coordinamento delle azioni di cura del dolore favorendone l'integrazione a livello territoriale.


 

Regioni Anno 2010
(da ripartire €1.450.000)
Anno 2011
(da ripartire €1.000.000)
TOTALE COMPLESSIVO
quota fissa
pari a €525.000
quota variabile
pari a €925.000
totale annuo
2010
quota fissa
pari a €315.000
quota variabile
pari a €685.000
totale annuo
2011
Piemonte 25.000 68.284 93.284 15.000 50.567 65.567 158.851
Valle d'Aosta 25.000 1.957 26.957 15.000 1.450 16.450 43.407
Lombardia 25.000 150.087 175.087 15.000 111.145 126.145 301.232
Veneto 25.000 75.262 100.262 15.000 55.735 70.735 170.997
Friuli Venezia Giulia 25.000 18.963 43.963 15.000 14.043 29.043 73.005
Liguria 25.000 24.880 49.880 15.000 18.425 33.425 83.305
Emilia Romagna 25.000 66.827 91.827 15.000 49.488 64.488 156.315
Toscana 25.000 57.119 82.119 15.000 42.299 57.299 139.418
Umbria 25.000 13.776 38.776 15.000 10.201 25.201 63.977
Marche 25.000 24.179 49.179 15.000 17.906 32.906 82.085
Lazio 25.000 86.680 111.680 15.000 64.190 79.190 190.870
Abruzzo 25.000 20.561 45.561 15.000 15.226 30.226 75.787
Molise 25.000 4.942 29.942 15.000 3.660 18.660 48.602
Campania 25.000 89.549 114.549 15.000 66.315 81.315 195.864
Puglia 25.000 62.848 87.848 15.000 46.542 61.542 149.390
Basilicata 25.000 9.098 34.098 15.000 6.738 21.738 55.836
Calabria 25.000 30.944 55.944 15.000 22.916 37.916 93.860
Sicilia 25.000 77.608 102.608 15.000 57.472 72.472 175.080
Sardegna 25.000 25.742 50.742 15.000 19.063 34.063 84.805


Le quote variabili sono calcolate in ragione della popolazione residente di cui al riparto 2010 (01/01/2009 - Fonte ISTAT)

*Dal riparto sono escluse le quote che sarebbero spettate alle province di Trento e di Bolzano.